Con pronuncia 9 settembre 2019, la Suprema Corte di Giustizia colombiana chiarisce come l’elemento principale di distinzione tra un agente commerciale e un distributore risiede nella modalità di performance contrattuale.
Nel caso dell’agenzia, la performance si caratterizza infatti per un mandato svolto in maniera indipendente e stabile, in un territorio stabilito ed in qualità di rappresentante o agente di uno o più prodotti di un’azienda locale o straniera. In tal senso, dunque, l’agente agisce per conto del preponente, che rappresenta a sua volta la parte che sostiene tutti i rischi finanziari attraverso il proprio capitale.
Viceversa, il distributore agisce per proprio conto e a proprio rischio, comprando prodotti da un’azienda per poi rivenderli in un determinato territorio. In questo caso, il distributore si assume il rischio economico e finanziario per l’intera attività (come ad esempio il rischio di perdita o danno dei prodotti).
Nello specifico della decisione in esame, la Corte Suprema ha chiarito come la principale attività dell’agente venga svolta attraverso le proprie risorse al fine di ottenere nuovi clienti, mantenere quelli già esistenti o ampliare o riconquistare un determinato mercato. Inoltre, tali attività vengono svolte per conto di un preponente che ha affidato tali compiti all’agente per svolgerli in un determinato territorio.
Nel chiarire tale aspetto, la Corte si è spinta oltre, sottolineando come talvolta i distributori possono svolgere anche il ruolo di agenti, e purtuttavia non tutti i distributori sono inquadrabili come agenti, in quanto, sebbene entrambe le figure siano tra loro simili, un distributore che acquisti beni o servizi per rivenderli agisce sempre per proprio conto e a proprio rischio ed interesse, diversamente da quanto avviene nel caso di un agente.
Più nello specifico, la Corte chiarisce che è possibile che un contratto di agenzia e un contratto di distribuzione coesistano tra loro per quanto riguarda i medesimi beni o servizi, a patto che lo scopo di ciascuna attività sia chiaramente definito e che, qualora sorga una controversia tra le parti, tale scopo sia dimostrato innanzi all’organo competente per la risoluzione della stessa.
Per tale motivo, è necessario esaminare il modo in cui venga adempiuta l’obbligazione contrattuale per poter stabilire se la parte che ha effettuato tale prestazione lo abbia fatto per proprio conto (agendo in qualità di distributore) o per conto dell’altra parte (configurandosi viceversa quale agente).
In conclusione, sebbene i contratti di agenzia e distribuzione internazionale presentino degli elementi comuni, è importante constatare quelle che sono le principali differenze e analizzarle nella pratica esaminando attentamente le prestazioni effettuate dalle parti.
Tale analisi è estremamente importante nel caso in cui siano presenti diversi rapporti contrattuali aventi natura giuridica diversa tra le stesse parti (come agenzia commerciale, distribuzione, franchising, concessione a vendere, etc.), in quanto definire in maniera dettagliata lo scopo di ciascuno di essi permette di evitare che un rapporto di distribuzione venga inquadrato nel diverso rapporto di agenzia commerciale, determinando ulteriori responsabilità in capo al preponente.
Luca Davini
Avvocato in Milano e Torino
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