Marcello Mantelli
Avvocato in Milano e Torino
Lo spazio è strategico. Mentre un secolo fa la Terra si controllava dominando il mare, in futuro la vita sarà sempre più space-based grazie, da un lato, alla new space economy – nuovo modo di sviluppare il settore attraverso accessibilità e digitalizzazione – e, dall’altro lato, grazie alla space weaponization, ossia la militarizzazione delle orbite.
Il settore spaziale, in altre parole, si è rivelato un driver tecnologico e scientifico utile in diversi settori: dai servizi offerti all’agricoltura (come il precision farming), al monitoraggio delle infrastrutture, all’osservazione dei cambiamenti climatici e dei loro effetti, fino al settore militare.
In tale contesto, servizi che prima erano accessibili solamente alle istituzioni oggi vengono gestiti e sviluppati anche da privati (basti pensare a Elon Musk, Jeff Bezos o Richard Branson), rendendo la new space economy una nuova fonte per attività commerciali inedite. Basti pensare che nel 2019 il 41% dei top 100 venture capitalist ha uno o più investimenti nel settore spaziale.
Oltre agli storici protagonisti del panorama spaziale – Stati Uniti, Federazione Russa, Europa – figura in maniera prorompente anche la Cina, che costituisce nel 2021 una potenza spaziale completa, con accesso autonomo allo spazio e all’esplorazione dello stesso.
L’ultimo traguardo è stato raggiunto sabato scorso, 15 maggio 2021, quando il rover cinese Zhurong è atterrato con successo sulla superficie di Marte. Fino ad oggi solo gli Stati Uniti erano riusciti nell’impresa.
Considerate queste premesse, è agevole comprendere come lo spazio stia diventando un luogo sempre più “affollato”. Insieme a Stati storici e attori privati, sta rapidamente crescendo infatti il numero di Paesi con un programma spaziale autonomo (si pensi ad India ed Emirati Arabi Uniti).
In tale contesto, ciò che manca è una chiara regolamentazione del diritto spaziale.
Sebbene, infatti, diritti e doveri spaziali vengano disciplinati dall’Outer Space Treaty delle Nazioni Unite del 1967, tale Trattato risulta datato e non aggiornato, con la conseguenza che ad oggi manca un quadro giuridico chiaro che disciplini gli attuali sviluppi e i possibili rapporti commerciali derivanti dall’esplorazione spaziale.
In altre parole, la crescente possibilità di imprese private ed autorità pubbliche di investire nello spazio darà luogo in un futuro non molto lontano a concrete attività commerciali innovative, per le quali tuttavia non esiste ancora una disciplina relativa alla conclusione dei contratti commerciali spaziali o al possibile contenzioso su questioni giuridiche spaziali.
Anche per l’industria ed il commercio che si svilupperanno nello spazio – ad esempio nel settore dell’estrazione e del commercio di materie prime rare – occorrerà quindi predisporre contratti spaziali internazionali su misura.
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