Il mercato israeliano, nonostante le sue piccole dimensioni, rappresenta un mercato di grande interesse per l’Italia (siamo il 6° fornitore e il suo 14° cliente) e, prima della Pandemia, il trend dell’interscambio era caratterizzato da una crescita costante negli ultimi 10 anni (+3,9% medio annuo).
I rapporti economici bilaterali tra Italia ed Israele hanno visto un flusso crescente di iniziative volte a stimolare la cooperazione scientifica, tecnologica e finanziaria in vari settori: hi-tech, energia, spazio cibernetico, aerospace, sicurezza delle reti infrastrutturali e della difesa (si segnala in merito l’accordo sulla cooperazione militare per l’interscambio di tecnologia e prodotti militari del 2018).
Per quanto concerne le esportazioni italiane i settori trainanti risultano: agroalimentare, macchinari, arredo e design, prodotti chimici, gioielli e metalli preziosi (una nota a parte merita il settore dei diamanti, il cui import/export è regolato direttamente dal Governo che supervisiona la quantità di diamanti importabili e/o esportabili).
Come è noto, in linea generale, il maggiore ostacolo allo sviluppo è rappresentato dal business climate per le tensioni pressoché costanti con i Paesi limitrofi. Tuttavia, il quadro normativo israeliano è molto favorevole agli investimenti esteri e al commercio, con relativamente poche restrizioni e un quadro infrastrutturale in netto miglioramento.
A livello di accordi internazionali Israele è membro del WTO e ha siglato diversi accordi commerciali sia multilaterali che bilaterali con i principali Paesi industrializzati (tra cui l’Unione Europea che rappresenta un partner strategico importante).
La Pandemia ha sicuramente provocato una crisi economica in un Paese che stava crescendo al tasso costante del 3,5% annuo; ciò nonostante Israele rappresenta ancora un’ottima opportunità per sviluppare il proprio business e devono essere valutate con favore, in un’ottica di ritorno alla normalità economica, le misure messe in campo dalle istituzioni israeliane: il Governo ha immesso circa 25 miliardi di euro di liquidità e la Banca Centrale d’Israele ha attuate misure di politica economica a sostegno delle imprese per aumentare l’offerta del credito e sostenere in tal modo la liquidità delle PMI.
Dal punto di vista legale e contrattuale, occorre che l’esportatore italiano che intenda vendere i propri prodotti in Israele, tenga presente quanto segue:
1. Israele è un Paese sottoscrittore della Convenzione delle Nazioni Unite sui Contratti di Vendita Internazionale di Merci (Vienna, 1980). Per questa ragione, salvo che non ne venga espressamente esclusa l’applicazione, tale Convenzione si applicherà ai rapporti di compravendita tra imprese italiane e israeliane.
Ne deriva che troveranno applicazione le disposizioni relative alla forma e conclusione del contratto, alle obbligazioni delle parti, alla responsabilità in caso di inadempimento, ai parametri di conformità della merce e i conseguenti tempi di denuncia di eventuali difetti, tutti argomenti precedentemente trattati su questo blog.
2. il sistema di giustizia locale è caratterizzato da tempi processuali lunghi (circa 975 giorni per lo svolgimento di un procedimento di merito di primo grado e la fase esecutiva davanti ai giudici di Tel Aviv) a costi relativamente elevati (circa il 25% del credito).
Considerato che Israele ha aderito alla Convenzione di New York del 1958 una valida alternativa può essere quella di prevedere all’interno del contratto l’arbitrato quale metodo di risoluzione delle controversie mediante la redazione della clausola arbitrale valutando i pro e contro di tale scelta.
3. L’ordinamento israeliano non prevede specifiche norme per disciplinare il contratto di distribuzione: laddove non disciplinato dalle parti interverranno pertanto le previsioni generali contenute nel Contracts Law del 1973 o quelle specifiche sulla vendita, contenute nella Sales Law del 1999.
In assenza di un inadempimento o violazione contrattuale da parte del fornitore, la giurisprudenza non pare riconoscere al distributore alcuna indennità di fine del rapporto.
Per ulteriori approfondimenti vi consigliamo di seguire in modalità webinar e gratuita l’intervento “I contratti commerciali internazionali con controparti israeliane” che l’Avv. Luca Davini, in qualità di relatore, terrà domani 24 settembre 2020, durante il corso “Focus Israele” organizzato dal Centro Estero per l’Internazionalizzazione (Ceipiemonte).
Qui di seguito il link per iscriversi al webinar https://adesioni.centroestero.org/focus-israele.
Avv. Luca Davini
Avv. Massimiliano Gardellin
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