I wine lovers potrebbero presto gustare vini stellari. Non è una fake news, ma una seria possibilità. Gli esportatori di vino stanno infatti guardando allo spazio per sviluppare nuovi sapori e proprietà per l’industria alimentare.
Lo scorso 2 novembre ad Allops Island, Virginia, la compagnia lussemburghese Space Cargo Unlimited ha lanciato 12 bottiglie di vino rosso Bordeaux sulla Stazione Spaziale Internazionale. Non per essere bevute dagli astronauti, ma per testare gli effetti della microgravità e delle radiazioni spaziali sul processo di invecchiamento del vino in orbita (rimarranno sigillate e conservate a 64 gradi Fahrenheit). Si spera che al rientro sulla terra previsto tra un anno possa riscontrarsi un miglioramento tale da posizionare le bottiglie (il nome del Château non è stato rilasciato) sul mercato del vino di lusso.
Il lancio rientra nel più ampio Progetto triennale chiamato Mission WISE sigla che sta per «Vitis Vinum in Spatium Experimentia» e coinvolge diverse Università tra cui l’Università del Vino di Bordeaux.
Esistono dei precedenti che fanno ben sperare: ad esempio nel 2011 Ardbeg, distilleria di whisky scozzese inviò fiale del suo distillato alla Stazione Spaziale Internazionale, rilevando che dopo soli due anni il whisky “sembrava invecchiato cinque anni per colore e gusto”. Ed anche la Cina sta lavorando al vino spaziale per migliorare la sua produzione: già nel 2016 mandò in orbita bottiglie di Cabernet sauvignon, Merlot e Pinot nero.
Dopo lo sbarco a Wall Street del turismo spaziale le potenzialità offerte dallo spazio potrebbero rivelarsi una sfida vincente anche per il wine business del prossimo futuro.
Avv. Luca Davini
Avv. Massimiliano Gardellin
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