La redazione di un contratto internazionale

Nel momento di predisporre il testo di ciò che diventerà la “legge in vigore tra le parti”, ovvero il contratto, sarà fondamentale che la volontà dei soggetti coinvolti nell’affare venga tradotta in clausole valide ed efficaci.

Uno degli aspetti ai quali occorrerà prestare la massima attenzione sarà quello di evitare che le clausole possano essere interpretate in maniera ambigua o che comunque non siano coordinate tra di loro.

Le caratteristiche principali del testo contrattuale

A livello internazionale, stante la mancanza di una normativa comune che disciplini diritti ed obblighi delle parti, è necessario ricorrere a testi contrattuali molto dettagliati che tendano ad essere autosufficienti.

Le ragioni di ciò sono molteplici: si pensi alle differenze esistenti tra ordinamenti di civil law e di common law oppure alla necessità di ricorrere a contratti atipici, che risultano spesso privi di una specifica disciplina anche nei rispettivi ordinamenti nazionali delle parti.

È essenziale che il contratto sia redatto in modo da non dare adito a interpretazioni difformi; un controllo utile consiste nel rileggere il testo contrattuale dal punto di vista di una controparte in malafede: ciò consentirà di evidenziare la presenza o meno di parti del contratto che potrebbero essere soggette a distorsioni della reale volontà della parte.

Uno degli errori più comuni che viene commesso allorché ci si appresta a redigere un contratto internazionale senza l’assistenza di un consulente, è quello di dare per scontate alcune questioni che alle parti sembrano pacifiche, ma che potrebbero non esserlo per un Giudice chiamato a decidere su una eventuale controversia relativa al contratto.

Sarà pertanto bene redigere clausole in modo chiaro ed esaustivo per renderne il significato facilmente comprensibile, evitando di ricorrere ad un linguaggio eccessivamente tecnico-giuridico, facendo ricorso a termini semplici e di uso comune.

Oltre alla chiarezza delle singole clausole, sarà poi necessario che queste formino un sistema coerente e privo di contraddizioni e di inutili ripetizioni, per evitare il rischio di attribuire ad una di esse un significato diverso da quello voluto dalle parti.

Come organizzare il testo di un contratto internazionale

Innanzitutto è bene distinguere la disciplina del contratto in singoli articoli identificati da un’intestazione oppure da un titolo; in caso di contratti più articolati, si potrà poi pensare di ricomprendere i singoli articoli all’interno di capitoli o sezioni.

Un’altra prassi molto diffusa nella redazione dei contratti internazionali consiste nel fornire alcune definizioni di soggetti, circostanze o aspetti più ricorrenti nell’ambito del contratto, utilizzando poi la lettera maiuscola per indicare il soggetto o la circostanza descritta nella definizione per distinguerla dall’utilizzo generico dello stesso soggetto o circostanza.

Ad esempio, in un contratto di vendita internazionale di merci, una volta definiti i beni oggetto della vendita, essi potranno essere identificati come i “Beni” per distinguerli ad esempio dal concetto generico di “beni non conformi” utilizzato in altre parti del contratto.

Non è infrequente incorrere in testi contrattuali che contengono un vero e proprio elenco di tutte le definizioni utilizzate: attenzione però a non eccedere con le definizioni, poiché si rischia che esse stesse diventino foriere di ulteriori discussioni/negoziazioni tra le parti.

L’utilizzo di un preambolo

Qualora le parti intendano introdurre alcune premesse al testo contrattuale, ad esempio per spiegare la necessità di redigere determinate clausole, per darsi reciproco atto di fatti pacifici che non appare necessario tradurre in singole clausole, oppure per evidenziare l’esigenza stessa della predisposizione di un contratto, è sovente ricorrere ad un preambolo.

Seppure il preambolo sia uno strumento molto utilizzato nella prassi internazionali, appare tuttavia di difficile valutazione quale sia la sua reale efficacia, soprattutto in ragione delle diverse discipline nazionali, nonché del contenuto sempre diverso attribuito dalle parti.

Per superare questo tipo di obiezione, e allo scopo di attribuire ad esso una maggiore forza, le parti concordano espressamente che la premessa costituisce parte integrante del contratto.

Il problema della lingua

I contratti internazionali molto spesso vengono stipulati fra parti che parlano lingue diverse. Per fare fronte a questo problema si potrà ricorrere alla redazione del contratto nella lingua della parte “più forte”, alla redazione di un contratto bi-lingue ovvero alla redazione nella lingua di un Paese terzo, conosciuta dalle parti.

Tra queste soluzioni, la scelta di un contratto bi-lingue è certamente quella che appare più adatta a contemperare le rispettive esigenze delle parti.

Tuttavia per non incorrere in problemi di interpretazioni difformi, è raccomandabile stabilire preliminarmente ed espressamente quale versione debba prevalere in caso di contrasto, oppure chiedere alla controparte che si è occupata della traduzione di garantire espressamente nel contratto la perfetta corrispondenza tra i due testi, in modo di addossare alla medesima eventuali responsabilità.

In ogni caso, la soluzione assai più utilizzata nel commercio internazionale consiste nel redigere il contratto in una lingua conosciuta da tutte le parti, ad esempio l’inglese.

Per concludere, la redazione di un contratto internazionale presuppone competenze specifiche da parte di colui che si occupa della sua predisposizione ed è quindi consigliabile ricorrere alla consulenza di professionisti dotati di specifica esperienza nel settore.

Avv. Luca Davini

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