Marcello Mantelli
Avvocato in Milano e Torino
Tutti gli operatori economici devono attuare le misure restrittive adottate dall’Unione europea nei confronti della Russia e della Bielorussia a causa della crisi russo-ucraina. Per prevenire e gestire i rischi che derivano da tale contesto normativo è utile prevedere in azienda buone pratiche di export compliance.
Altrimenti, in caso di violazioni delle misure restrittive, si corre il rischio di subire la contestazione dei reati previsti dagli articoli 18 e 20 del D.lgs n.221/2017 che sono puniti, a seconda dei casi, con la reclusione da due a sei anni, la multa da venticinquemila a duecentocinquantamila euro e la confisca dei beni oggetto della transazione illegale.
Ai rischi derivati dalla violazione delle misure restrittive di fonte UE si aggiungono poi quelli derivanti dalla violazione dell’apparato sanzionatorio degli Stati Uniti, attivamente applicato anche al di fuori del loro territorio federale e del Regno Unito, senza dimenticare le restrizioni stabilite nella legge marziale ucraina. Le sanzioni sono restrizioni alla libertà dei commerci internazionali in continua evoluzione che se violate possono comportare, oltre all’applicazione delle sanzioni penali sopra viste, anche ingenti perdite finanziarie e danni alla reputazione aziendale.
Dato che le regole sul tema cambiano di continuo e l’orizzonte futuro rimane incerto, è consigliabile adottare un modello aziendale appropriato di export compliance. Per le imprese il compito è arduo, dato che l’approccio al tema richiede competenze di diritto, di ingegneria e richiede una corretta organizzazione aziendale mirata alla prevenzione dei rischi di violazione.
Una possibile linea guida è l’adozione in azienda, su base volontaria, del Codice Europeo di Conformità alle Esportazioni (EU-CEC) per la gestione delle operazioni di importazione ed esportazione. L’adozione del Codice comporta l’impegno ad attuare i Principi e le Linee guida in esso previsti come valori da rispettare. A ciò si aggiunge la formazione di risorse umane dedicate ed il ricorso a professionisti esterni quali avvocati esperti in materia ed export compliance officers.
Esempi di attività di prevenzione di alcuni tra i rischi qui descritti sono l’adozione di accurati screening informativi preliminari sulla società e sui soci del proprio futuro partner commerciale estero insieme all’adozione di specifiche clausole che regolino le ipotesi di mancata esecuzione del contratto internazionale a causa delle sanzioni.